Joe Colombo (Milano 1930 - 1971) è stato un geniale e innovativo architetto e designer. Inizialmente dedicatosi alla pittura e alla scultura, passa poi, nel 1953, alla facoltà di Architettura al Politecnico di Milano, senza però completare il ciclo di studi. Le sue prime esperienze lo vedono impegnato nelle avanguardie artistiche, con l’adesione prima al Movimento Nucleare accanto a Enrico Baj e Sergio Dangelo, poi al MIBI (Movimento Internazionale per un Bauhaus Immaginista) accanto all’artista danese Asger Jorn, e infine al MAC (Movimento per l’arte Concreta), su invito di Bruno Munari. Già nei suoi lavori si intravvede quello che sarà il suo linguaggio, permeato di suggestioni fantastiche e futuristiche, nelle quali le nuove tecnologie giocano un ruolo centrale. Il suo progetto La città nucleare (1952) sintetizza la sua visione in forme totalmente innovative di appartamenti, mezzi di trasporto e infrastrutture.
Alla morte del padre nel 1959, Joe Colombo apre uno studio con il fratello Gianni, che ha già intrapreso la carriera di artista. Nello studio hanno la possibilità di proseguire con le loro sperimentazioni, spesso influenzandosi a vicenda, e talvolta lavorando assieme allo stesso progetto, come avviene per la lampada Acrilica (1962) prodotta da Oluce, che riceverà la medaglia d’oro per il design alla XIII Triennale nel 1964. Questo evento rappresenta il trampolino di lancio di Joe Colombo nel mondo del disegno industriale. Il suo approccio al progetto è sempre sperimentale, che si tratti di forme, materiali, tecnologie o funzioni. Sono ormai entrati nella storia alcuni arredi disegnati negli anni Sessanta, come la Mini-Kitchen per Boffi (1963), la sedia No. 4801 per Kartell (1963-64), la sedia Elda, dedicata a sua moglie e prodotta per Combort F.lli Longhi (1963), la poltrona Nastro per Bonacina (1964), la lampada Aton di Oluce (1964), la lampada KD8 di Kartell (1964), il sistema di sedute Additional Living System di Kartell (1967), la poltrona Tube per Cappellini (1969). Nel 1967 la lampada Spider per Oluce vince il premio Compasso d’Oro ADI, che riceverà anche nel 1970 per il condizionatore d’aria progettato per Candy. La produzione si intensifica nel 1970, anno in cui vengono realizzati altri pezzi iconici come la collezione di lampade Topo, Colombo e Triedro per Stilnovo, la cassettiera per ufficio su ruote Boby e la poltrona Multichair per B-Line.
Parallelamente al design di prodotto, Joe Colombo porta avanti progetti di design d’interni e di allestimenti, e sviluppa una serie di proposte radicali per l’ambiente domestico del futuro. Lo scaffale Kilometro (1967), allungabile all’infinito, gli armadi del Sistema programmabile per abitare T14 (1968), il sistema abitativo Box 1 (1968) e lo Square plastic system (1969), esplorano il concetto di spazio e di componibilità, proponendo soluzioni avanguardistiche che non raccolsero il favore dei produttori dell’epoca. Tuttavia, Colombo prosegue con le sue sperimentazioni sul concetto di cellula d’abitazione autonoma, con arredi polifunzionali e trasformabili all’occorrenza. Nel 1970 realizza i progetti Living Center, Visiona I, il letto Cabriolet, il pensile multifunzionale Rotoliving e il Total Furnishing Unit, presentato postumo alla mostra « Italy: the new domestic landscape » al MoMA di New York, nel 1972. Joe Colombo muore prematuramente nel 1971 all'età di 41 anni. Oggi lo studio, portato avanti dalla collaboratrice storica, l’architetto Ignazia Favata, ospita l’archivio del grande designer.
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