Riconoscere nell’infanzia una fase preziosa in cui è importante stimolare la facoltà di pensiero è per Lago il corollario di un pensiero che considera il design uno strumento di trasformazione sociale. Di qui l’idea di un progetto più ampio, destinato a non esaurirsi in una semplice collezione di arredi, diventando piuttosto un percorso per lo sviluppo di una progettazione per bambini e ragazzi. Il driver è favorire l’educazione alla bellezza.
“Il design è oggi una disciplina sempre più olistica e trasversale ed è per questo che nell'affrontare un tema progettuale riguardante i bambini e gli adolescenti abbiamo istituito un Comitato Scientifico. Il contributo di queste figure professionali ha dato spessore alla riflessione progettuale e culturale della nostra ricerca con punti di vista laterali, educativi e filosofici. Tutto questo per invitare noi adulti a tornare bambini investendo su una qualità totale, che favorisca nei giovani l'educazione alla bellezza e la passione per la vita”, Daniele Lago
Da questo percorso è subito emerso come l’impatto emotivo della dimensione immaginifica sia vitale e strettamente connesso al mondo degli oggetti, che non devono essere un mero decoro, ma il punto di partenza di una valida azione educativa.
Non solo le abitazioni, ma anche i luoghi di condivisione e di formazione, in cui bambini e adolescenti sviluppano la loro personalità: asili, scuole, ospedali, biblioteche, librerie, ludoteche e strutture ricreative.
Il primo passo di questo percorso è stata l’inaugurazione a Firenze, avvenuta a dicembre scorso, de L’Oltrarno, Scuola di Alta Formazione del Teatro della Toscana. L’incontro tra Pierfrancesco Favino, alla direzione della struttura, e Daniele Lago ha portato alla progettazione condivisa di un nuovo modello di scuola dove gli spazi comuni diventano ambienti accoglienti che stimolano creatività e condivisione.
Un secondo importante passo è stata la progettazione dell’Aula Scomposta del Liceo Lussana di Bergamo, promossa nell’ambito del progetto ImparaDigitale: aule multicolori per una scuola multietnica, dove la diversità è arricchimento, scambio e contaminazione. Una scuola accogliente e confortevole come una casa con tavoli modulari che si combinano fra loro per creare situazioni differenti, dalla didattica tradizionale a quella laboratoriale.
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