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«Il design deve essere inclusivo» afferma Jamie Slagel, giudice ADA 2021

La progettista americana, Principal dello studio Olson Kundig, è pronta a valutare le candidature degli Archiproducts Design Awards

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08/07/2021 - Jamie Slagel, Principal dello studio di Seattle Olson Kundig, è in giuria ADA 2021.

In attesa di scoprire quali saranno i vincitori degli ADA 2021, i giurati della sesta edizione del Premio stanno condividendo con la redazione di Archiproducts le aspettative sulle candidature di quest'anno, ma anche la loro personale visione circa il prossimo futuro del design, un settore in rapido mutamento anche a causa della pandemia globale che, nel corso dell’ultimo anno e mezzo, ci ha costretti a ripensare le nostre case, i nostri oggetti, le nostre città, per venire incontro a nuove necessità quotidiane.

Jamie Slagel è la protagonista dell’appuntamento settimanale con i giurati della nuova edizione dei Premi promossi da Archiproducts per celebrare le eccellenze del design internazionale.
 

About Jamie Slagel

Jamie Slagel entra a far parte di Olson Kundig nel 2011. Durante questi dieci anni di carriera all’interno del celebre studio americano, ha sempre cercato di abbattere il limite tra naturale e costruito, vecchio e nuovo, pubblico e privato, piccola e grande scala, perseguendo una sorta di progettazione osmotica tra contesti apparentemente antitetici. 'Un buon design è raggiungibile in qualsiasi luogo e su qualsiasi scala', afferma Jamie. “È possibile sia nei grandi spazi che abitiamo sia nei più piccoli dettagli. Il buon design ha la potente capacità di migliorare il modo in cui vediamo e fruiamo il mondo”, continua.


Il team di Olson Kundig Architects

Originario di Lewistown, nel Montana, l'architetto americano Jamie Slagel, in giuria ADA 2021, attribuisce a questo background 'rurale' la sua spiccata sensibilità per il paesaggio, che porta in tutti i suoi progetti: da residenze private, ai grandi progetti commerciali, fino agli edifici ad uso misto e culturali. 

Laureata in architettura alla Montana State University, oltre alla sua passione per l’architettura e per il design, Jamie si interessa anche di artigianato. Il suo profondo apprezzamento per l’arte di ‘creare manualmente oggetti’ è iniziata con una lezione in cui ha imparato a lavorare con acciaio, cemento, vetro e legno. 
 

Intervista a Jamie Slagel, in giuria Archiproducts Design Awards 2021


Cosa ti aspetti dalle candidature e quali caratteristiche dovranno avere i prodotti che premierai?
Mi aspetto prodotti funzionali, nati per risolvere delle necessità reali. In particolare, vorrei scorgere un ‘senso di onestà’ nel prodotto, il che significa che il suo utilizzo e il suo funzionamento appaiono leggibili e intuitivi per l'utente. La mia filosofia di design è che ogni elemento che costituisce un prodotto deve essere essenziale: un oggetto non potrebbe funzionare come previsto se una parte di esso venisse rimossa. I prodotti ben realizzati esprimono la bellezza attraverso lo scopo.

Quale ruolo pensi che dovrebbe avere un Premio di design oggi?
I contest di design, come quelli di progettazione in generale, hanno oggi la responsabilità di spingerci verso un futuro più sostenibile ed equo premiando le candidature che riflettono tali valori. Fino a quando i concorsi richiederanno l’esplicito utilizzo di materiali compostabili o pratiche di lavoro eque, l’industria del design si muoverà verso una direzione certamente più etica rispetto al passato.

A cosa dovrebbe guardare il design contemporaneo e come dovrebbe evolversi per rispondere alle esigenze della comunità?
Mentre il mondo tende ad una maggiore equità – di genere, etnia, estrazione sociale – anche il design deve evolversi non solo per affrontare queste tematiche sociali, ma anche per spianare la strada a nuove 'buone pratiche'. Il design del prodotto è in ogni cosa, ovunque: non può solo rispondere alle esigenze di un gruppo di persone, deve essere inclusivo!

Nell’era post- pandemica, in che modo il design può definire una 'nuova normalità'?
Quando usciremo totalmente da questa pandemia, penso che emergeranno differenze e approcci diversi nel modo in cui viviamo e lavoriamo e negli strumenti che utilizziamo per migliorare gli ambienti della nostra quotidianità, siano essi case o uffici. Ci accorgeremo, nel prossimo futuro, di come le generazioni più giovani sono più abili a lavorare da remoto rispetto a quelle più anziane che potrebbero continuare a preferire la collaborazione in presenza. C'è un valore reale nel riconoscere e supportare entrambi gli approcci, e il design giocherà un ruolo cruciale nel facilitare e sostenere quel compromesso.

Secondo te come ha influito la pandemia sul design?
La pandemia ha reso termini come ‘versatilità’ e ‘flessibilità’ più vitali che mai. Personalmente, mentre vivo, lavoro o insegno da casa, ho trovato un valore aggiunto nei prodotti capaci di prestarsi a molti usi, così come in prodotti flessibili che posso spostare da uno spazio all'altro della mia casa.

 

Le iscrizioni all’edizione 2021 degli Archiproducts Design Awards sono aperte!


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