Purho, anima italiana e carattere internazionale, è un nuovo protagonista del design made in Italy che realizza oggetti e lampade in vetro di Murano.
Fondata nel 2012 da Andrea Dotto, Ceo del brand, con il desiderio di dare concretezza alle infinite potenzialità della liaison tra vetro di Murano e design contemporaneo, Purho si presenta oggi sul mercato forte di una solida ricerca in cui l’osservazione dei flussi del gusto e dei nuovi linguaggi creativi sono stati tradotti attraverso il filtro della tradizione vetraria muranese.
Il risultato, assimilabile a un esercizio di sintesi in cui poche sono le eccezioni lasciate alla decorazione, è un insieme di collezioni tematiche dalle linee pulite, talvolta fluide in altri casi marcatamente geometriche, in cui il colore trattato in purezza occupa un ruolo centrale. Ventuno colori e una selezione di nuances speciali compongono una cartella colori densa, vitaminica, disponibile per personalizzazioni e produzioni bespoke.
Accanto al vetro di Murano trovano inoltre spazio tessuti raffinati, metalli pregiati e il vetro laccato per nuova nuova generazione di prodotti in cui agli oggetti in vetro e alle luci si affianca un’edizione limitata di raffinati tavoli e consolle dal design insolito.
Genesi del vetro di Murano
Il componente del vetro veneziano è essenzialmente il biossido di silicio come vetrificante e componente cristallina, costituita da sabbia di cava e in passato da ciottoli quarzosi di fiume frantumati e polverizzati, e come fondente, un tempo fornito da cenere di piante litoranee ed oggi mediante carbonato di sodio o carbonato di potassio. Viene usata anche la calce come stabilizzante oltre ad altre varie aggiunte di minerali vari con scopi coloranti, decoloranti, opacizzanti e affinati e altre sostanze specifiche per conferire al vetro qualità particolari. Tutti gli ingredienti vengono pesati all’interno della stanza “composizione”.
Ogni giorno il mastro vetraio si alza alle 3 del mattino per fare gli incontri tra un colore e l’altro. Ovvero crea dei prototipi del colore del vetro che vuole ottenere. Una volta solidificati, rompe gli incontri e verifica che le parti rotte combacino. Quando l’incontro avviene, allora la produzione può partire. Una volta fuso il vetro nel crogiolo, si soffia all’interno con una canna.
Ci sono diversi metodi di lavorazione del vetro: filigrane, murrine che si ottengono con prese di vetro colorate e se sono rosse e nere prendono il nome di avventurine. Tra questi metodi Paolo Crepax è maestro assoluto nell’arte dell’incalmo. L’incalmo è un innesto con saldatura di due pezzi di vetro soffiato, eseguito a caldo facendo combaciare i bordi che ovviamente devono avere la stessa misura in modo da ottenere un oggetto formato da due diversi colori o da due parti lavorate diversamente. Poi il vetro si tempera, e quindi la sua temperatura scende da 600°C fino a quella dell’ambiente. Il tempo che impiega a raffreddare dipende dallo spessore del vetro.
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